Lo scorso 13 febbraio 2024 l’ufficio brevetti e marchi statunitense (USPTO) ha pubblicato una guida sulle “invenzioni assistite dalla IA”.
La guida menziona le due “famose” sentenze DABUS del 2020 con cui il Tribunale Federale ha ribadito che, a norma del codice brevettuale USA, gli inventori di un brevetto devono essere uomini in carne ed ossa.
Il passaggio interessante della guida è quello in cui si afferma come il fatto che la IA contribuisca alla realizzazione dell’invenzione non pregiudica in assoluto la brevettabilità di quest’ultima, purché il contributo dell’inventore o degli inventori – uomini – sia “significativo”.
Per usare le parole della guida: “Anziché chiedersi se l’inventività del contributo dato dalla AI sia equiparabile o meno a quella attribuibile ad un umano che desse lo stesso contributo, la domanda chiave […] è se l’uomo nominato come inventore abbia dato un contributo sufficientemente significativo per essere nominato tale. Per ottenere una tutela brevettuale, dev’essere nominato almeno un inventore umano che soddisfi a tali requisiti” [traduzione dell’autore].
Ne consegue che, laddove il “contributo inventivo” derivi esclusivamente dalla IA e l’apporto dell’inventore umano nominato non sia significativo, il brevetto non sarebbe concedibile, nemmeno se fosse dotato di inventività – cosa peraltro impossibile, a parere di chi scrive.
Ultimo aggiornamento: 23/02/2024